Questa foto è proprietà di Dario Coppola,
scattata nella chiesa Santa Felicita di Firenze nel 2007
Pasolini nel 1962 partecipa, insieme a Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard e Ugo Gregoretti alla realizzazione di RoGoPaG, girando l'episodio intitolato La ricotta. Il mediometraggio si concentra sul problema della visione del sacro, costruendo una sorta di parodia della Passione, per cui all'epoca fu giudicato blasfemo. Il Pasolini pensiero è espresso in nuce dal suo alter ego, interpretato nel film da Orson Welles, soprattutto nelle risposte alle quattro domande postegli da un verosimile giornalista. Nell'opera realizzata in bianco e nero, campeggiano tuttavia le rappresentazioni a colori delle due Deposizioni del Cristo di Rosso Fiorentino e Pontormo. Pasolini, rifacendosi al Manierismo, realizza - in questo mediometraggio come nei suoi film coevi - un neorealismo manieristico in cui la realtà si libra nel visionario grazie all'abbondanza, a tutto campo, delle citazioni spesso in contrasto fra loro secondo la teoria degli ossimori, che il regista vuole applicare attraverso: citazioni musicali (l'Aria Sempre libera degg'io dalla Traviata di Giuseppe Verdi, suonata dagli strumenti musicali scordati di una banda, è il motivo principale che contrasta col twist; e con le musiche di Bach, Scarlatti, Gluck), letterarie (Donna de Paradiso di Jacopone da Todi), filosofiche (Il Capitale di Karl Marx), autocitazioni (Mamma Roma) cinematografiche (Federico Fellini, Orson Welles stesso, le accelerazioni delle immagini alla maniera chapliniana). A seguito di una vera e propria persecuzione da parte della censura, Pasolini fu costretto a modificare alcune parti del film, in particolar modo la didascalia iniziale e la frase finale, pronunciata da Orson Welles, che in originale suonava come «crepare è stato il suo solo modo di fare la rivoluzione».
contributo di Aldo Cairo alla voce Pier Paolo Pasolini (cineasta) tratta da Wikipedia
La Ricotta è un episodio contenuto in Ro.Go.Pa.G. (Rossellini, Godard, Pasolini, Gregoretti), un vero capolavoro in 40'. Esprime il Pasolini pensiero, ripercorrendo la storia della Passione di Gesù Cristo, attualizzandola e ripresentandola, incarnata, nella persona di un "povero Cristo" (il sottoproletario Stracci). E' un apologo in forma tragicomica, che pone le basi per un'ispirazione di una trama che narra della lotta di classe, in modo originale e artistico (ritenuto quasi blasfemo all'epoca, il film fu sottoposto a censura dopo aver subito processi e processi, e P.P.P. fu accusato di vilipendio alla religione...). L'arte e la realtà (si parla di neorealismo manieristico per definire lo stile pasoliniano) s'intrecciano qui in una lotta aspra e crudele che denuncia, con lo stile del poeta, la sopraffazione dei poveri da parte della borghesia ignorante, soprattutto quella italiana... definita da Pasolini (il cui pensiero è espresso nel film dal grande Orson Welles) la borghesia "più ignorante d'Europa".
Dario Coppola
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