Il rumore assordante dell'assenza, oggi sono 36 anni.
"Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la
televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di
informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali
di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto
al trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente
in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano; il nuovo
fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione
(specie, appunto, la televisione) non solo l'ha scalfita, ma l'ha
lacerata, violata, bruttata per sempre."
Questo è un inciso di Pier Paolo Pasolini di un articolo apparso nel Corriere della Sera, il 9 dicembre del '73.
Non sto certo qui a spiegarvi il pensiero "filo-pasoliniano" 36 anni (oggi) dalla sua morte.
Pasolini è stato un omicidio di Stato,
perchè lo Stato non tollerava e mal sopportava questo intellettuale,
pettinato con la riga in parte, dai modi e toni pacati e che con la
stessa pacatezza schiaffeggiava le orecchie degli italiani.
L'immensità del Maestro sta nell'avere, per primo, messo in primo piano la coscienza collettiva di un popolo peccatore perchè ha sempre scelto la schiavitù.
E'
una schiavitù (ormai solo apparentemente..) intellettuale, per carità,
ma è una schiavitù voluta, decisa e, con la perversione del pensiero,
accettata.
La libertà, intesa come "valore" (termine che aborro) è un'illusione, non esisterà mai.
Esiste però la "libertà interiore" che dobbiamo scoprire e scavare all'interno di noi stessi.
La
coscienza, messa a dura prova dal fascismo intellettuale in voga oggi, è
paragonabile ad un albero spoglio, cresciuto in mezzo ad un campo di
terra battuta, dove il gelido vento invernale lo smuove e lo mette a
dura prova di resistenza.
Sta a noi rimanere in piedi con tutto questo vento, per il resto, non c'è più niente da fare. (cit.)
dal blog di
carlo cavallaro
cliccare qui per ascoltare l'intervento su Pasolini di Carlo Cavallaro su QuantaRadio
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